HIGHLIGHT


ASC NEWS

12/07/2017
Paese Poesia luglio 2017 - Belvedere Ostrense

Il maestro Carlo Iacomucci, recentemente, ha partecipato, in qualità di ospite, alla decima edizione del premio di poesia dedicato a "Biagino Casci" a Belvedere Ostrense, per aver illustrato, con una sua opera, la copertina del librocatalogo dove sono riportate le poesie dei premiati, l'invito cartaceo e il manifesto.
Per l'occasione, l’artista ha donato due sue opere incise, che sono state consegnate, come premio, ai finalisti del concorso. In segno di riconoscenza, sono state dedicate all’'artista Iacomucci sei pagine all'interno del librocatalogo "PaesePoesia 2017", contestualmente ad un breve testo critico della dott.ssa Patrizia Minnozzi (laureata in giurisprudenza, vive a Macerata. Ama l'arte, la fotografia,e la tecnologia).

L'incisore Carlo Iacomucci nasce nel 1949 a Urbino, città in cui, con serietà e costanza, ha potuto avvicinarsi, per gradi e per avvio naturale, alla grande tradizione della scuola urbinate, che porta avanti da circa 40 anni. Nella sua città natale, riceve la prima formazione artistica presso l’Istituto Statale d’'Arte, meglio noto come Scuola del Libro. Tra il 1969 e il 1970 vive a Roma, dove frequenta stamperie d’arte, studi e ambienti artistici, maturando la passione per l’'incisione e, in modo particolare, per l’'acquaforte. Si iscrive quindi al Corso Internazionale della Tecnica dell’'Incisione Calcografica che si tiene sempre ad Urbino.
La necessità di approfondire, lo stimola poi a frequentare, per soli due anni, la sezione di pittura dell’'Accademia di Belle Arti della stessa città. Nel 1973 inizia la sua esperienza didattica, che prosegue fino al 2008: insegna Discipline Pittoriche all’'Accademia di Belle Arte di Lecce, poi al Liceo Artistico Statale di Varese ed infine all’'Istituto Statale d’'Arte di Macerata, dove vive ed opera. Dal 1972 ha partecipato a numerose collettive e personali sia in Italia che all'estero, realizzando anche edizioni d'arte con acqueforti. 

Immagine: Carlo iacomucci - Il giglio di San Giuseppe




22/12/2016
CIBO CARTE e ARTE - Mostra di Artisti Contemporanei dalla collezione di ASC Arte Sacra Contemporanea

Domenica 8 gennaio 2017
Ristorante Il Clandestino
Via Rosmini 5
Stresa VB - Italia

Nella splendida cornice del Verbano, presso il rinomato Ristorante di pesce “Il Clandestino” dello Chef Franco Marasco, avrà luogo l’evento “CIBO CARTE e ARTE” che comprende, una mostra di opere d’arte di Artisti Contemporanei Italiani ed Internazionali della Collezione ASC Arte Sacra Contemporanea, un pranzo esclusivo a base di pesce ed il Torneo di Burraco del Lago Maggiore. In mostra opere di giovani artisti e di artisti affermati: Ilaria Forlini, Nicola Liberatore, William Xerra, Antonio Spanedda, Gabriele Di Maulo, Nina Paley, Alberto Gianfreda, Giovanni Morgese, Silvia Venuti, Federico Cozzucoli, Stefano Pizzi, Bios Vincent, Vieri Parenti, Tarshito, Debora Fella, Florine Offergelt, Enrico Del Rosso e Mauro De Carli, oltre ad un’opera grafica di Picasso. A scopo divulgativo, è disponibile una brochure dell'evento contenente tutte le informazioni sulle opere e sugli artisti e che verrà distribuita al pubblico che interverrà all’evento, per far conoscere il mondo dell’arte contemporanea e tema sacro e non 
www.associazioneculturalecreati
va.
it/processed/20161212-124957-KTIGR-NAS.pdf. L’evento si aprirà con l’inaugurazione della Mostra d’Arte e la visita guidata alle opere in esposizione, a cui seguirà il pranzo, il torneo di Burraco del Lago Maggiore ad invito riservato ai soci di ACC e la premiazione finale. Tra le opere esposte 4 verranno selezionate e assegnate, durante la premiazione, ai vincitori del Torneo. Le opere resteranno in visione al pubblico fino a lunedì 16 gennaio 2017 con orario ore 10,00-12,00 presso il Ristorante Il Clandestino di Stresa. Partner dell’iniziativa: Dal Negro, Luigi Francoli Grappe, Torraccia Del Piantavigna, Bottega della Cornice, Il Clandestino Ristorante di pesce.

Per informazioni:
info@associazioneculturalecreativa.it




25/10/2016
Un'esposizione dei maestri e dei migliori allievi dell'Accademia di Brera all'University of Art and Design di Joshibi, Tokio

Tra il 3 e il 18 di novembre p.v. nell’ambito delle celebrazioni per il 150° Anniversario delle Relazioni tra il Giappone e l’Italia una delegazione dell’Accademia di Belle Arti di Brera composta dal Direttore prof. Franco Marrocco, dal Responsabile per le Relazioni Esterne prof. Stefano Pizzi e da due allievi della Scuola di Pittura, Francesca Vitali e Simone Parise, si recherà a Tokio presso l’University of Art and Design.

La missione, organizzata dai proff. Stefano Pizzi e Tetsuro Shimizu prevede i seguenti principali appuntamenti:

- L’inaugurazione dell’esposizione “Opere dei Maestri di Brera e dei loro migliori allievi”:
- Franco MARROCCO
- Italo BRESSAN – Barbara Canali
- Roberto CASIRAGHI – Flavia Albu
- Giorgio CATTANI – Maria Castagna
- Italo CHIODI – Alice Fiorelli
- Marco CINGOLANI – Pietro Andrico
- Angelo Antonio FALMI – Gabriele Quarta
- Ignazio GADALETA – Saeed Naderi
- Renato GALBUSERA – Francesca Vitali Boldini
- Omar GALLIANI – Carolina Corno
- Gaetano GRILLO – Wang Hao
- Giordano MONTORSI – Lara Ilaria Braconi
- Stefano PIZZI – Simone Parise
- Simona UBERTO – Erika Costa
- Dany VESCOVI – Letizia Prestipino

- La partecipazione ai work-shop di produzione tradizionale giapponese della carta e dei pigmenti.
- La tenuta di conferenze sull’Alta Formazione Artistica in Italia e a Brera a cura del Direttore prof. Marrocco e del prof. Pizzi.
- La tenuta di una conferenza sulla propria ricerca e di un workshop del prof. Pizzi, coadiuvato dagli allievi Parise e Vitali ed alcuni allievi di Pittura di Joshibi, nell’ambito del quale realizzerà un’opera che verrà donata alla quadreria dell’Università.
Nel mese di gennaio del 2017 una delegazione dell’University of Art and Design di Joshibi sarà ospite dell’Accademia di Brera con un analogo programma.
L’Accademia di Belle Arti di Brera e l’University of Art and Design di Joshibi hanno firmato nel corso del 2016 un accordo bilaterale che prevede, oltre agli scambi culturali, la possibilità per gli studenti di entrambi gli atenei di frequentare i corsi dell’istituzione partner.




13/09/2016
La chiesa di Santa Croce in Padova Presentazione della guida

Dopo alcuni anni dalla pubblicazione della guida del Torresino, esce il secondo numero della collana I luoghi dell'arte e della fede, dedicato alla chiesa di Santa Croce in Padova.

La chiesa di Santa Croce in Padova
a cura del Museo Diocesano di Padova
testi di Patrizia Dal Zotto

La guida sarà presentata al pubblico giovedì 15 settembre, ore 21.00, presso la Sala del Redentore in Corso Vittorio Emanuele II, 174, in occasione della Festa della Comunità della parrocchia di Santa Croce.

Interverranno
Andrea Nante
Carlo Cavalli
Patrizia Dal Zotto

L'ingresso è libero.

Il Museo è aperto con in seguenti orari:
da giovedì a sabato 15.00-18.00
domenica 10.30-13.00; 15.00-18.00

 




14/06/2016
IOTIAMO Capsula del Tempo di Antonio Spanedda

Il progetto artistico IOTIAMO dell'artista novarese Antonio Spanedda si arricchisce della CAPSULA DEL TEMPO concepita come un’opera d’arte per viaggiare nel futuro. In questa declinazione tecnologica e creativa del progetto d'arte contemporanea IOTIAMO i giovani sono inventori del proprio futuro, attori protagonisti, futuri spettatori e portatori di emozioni positive per cambiare il mondo.
E’ già stato provato che i viaggi nel futuro sono potenzialmente possibili. Le basi concettuali dei viaggi nel tempo affondano le proprie radici nella teoria, ben verificata, della Relatività Generale di Einstein, di cui a breve ricorre il centenario. Un filo conduttore che unisce lo studio di un possibile viaggio nel tempo nel macrocosmo e microcosmo sono proprio le CTC, ovvero quei percorsi temporali chiusi che connettono il passato e il futuro in modo circolare, consentendo una violazione della cronologia, ma pur preservando il principio di causalità. 
Per Spanedda IOTIAMO Capsula del Tempo è un esperimento artistico, e riguarda un tipo di viaggio nel tempo molto diverso da quello previsto dalla relatività generale e dalla meccanica quantistica. In questo progetto possono partecipare tutti coloro che desiderano viaggiare nel futuro attraverso un'opera d'arte, diventando attori protagonisti oltre che futuri spettatori. A differenza delle capsule del tempo che solitamente sono sotterrate, IOTIAMO 2045 Capsula del Tempo è un'opera visiva, da esporre nella scuola, in un'abitazione, in un museo.
Il primo "viaggio nel tempo" è stato fatto con i bambini della Scuola Primaria dell’Istituto Maria Ausiliatrice di Novara il 20 novembre 2015. I bambini hanno partecipato con entusiasmo al primo Happening della Capsula del Tempo, ed hanno registrato i loro video messaggi per il futuro.
Grazie a questo progetto l'artista ha incontrato molti giovani ed ha scoperto che moltissimi di loro credono ancora nell’amore, nell’amore per la vita, per i genitori, per gli amici. Sono più attenti alle persone, alle diversità, all’ambiente ed essendo capaci di inventare nuovi linguaggi, sono molto creativi. 
Essi sono la prima generazione globale, con valori e modi di pensare convergenti, e per questo motivo hanno bisogno di un riconoscimento sociale.
"IOTIAMO 2045 Capsula del Tempo" con una cerimonia ufficiale il 21 maggio 2016 è stata consegnata all'Istituto Maria Ausiliatrice di Novara che avrà il compito di custodirla fino a quando verrà riaperta il 24 ottobre 2045.
La capsula è stata registrata al Collegio Oglethorpe The International Time Capsule Society ad Atlanta U.S.A. 

Al fine di raccogliere fondi per portare questo progetto ad altri bambini in altre scuole italiane è stato attivato un crowdfunding su www.eppela.com. Per ogni donazione sono previste delle ricompense.

Saper ascoltare e valorizzare il mondo giovanile è un dovere primario di tutta la società.




24/03/2016
L’arte del fare GIANNINO CASTIGLIONI Scultore

Giovedì 31 marzo alle ore 18 alla Biblioteca Ambrosiana (Piazza Pio XI, 2 Sala delle Accademie) verrà presentato il volume  L’arte del fare GIANNINO CASTIGLIONI Scultore (Skira editore). Il bellissimo libro è il risultato delle recenti ricerche rivolte alla rivalutazione dell’attività di Giannino Castiglioni (Milano 1884 – Lierna 1971), uno tra i più importanti pittori, incisori e scultori del Novecento italiano. L’opera, curata da Eugenio Guglielmi, attraverso testimonianze dirette e studi monografici di giovani e accreditati studiosi, nonché inediti materiali d’archivio, mette in evidenza la formazione dell’artista e il suo rapporto con l’ambiente milanese nel clima culturale a cavallo tra il tardo simbolismo ottocentesco e il nascente Liberty. Particolare attenzione viene data alla formazione di Castiglioni presso l’Accademia di Brera e alle opere che lo resero celebre, tra cui ricordiamo quelle presenti al Cimitero Monumentale, i Sacrari dedicati ai Caduti della Prima Guerra Mondiale e la Porta del Duomo di Milano. Un capitolo riguarda, infine, lo studio dei 350 gessi conservati presso il Comune di Lierna, dono degli eredi, nell’ottica della creazione di una Gipsoteca da inserire nei percorsi provinciali e regionali lombardi.

INGRESSO LIBERO 


[ download allegato ]

24/03/2016
PASQUA E PASQUETTA APERTI TUTTI I GRANDI MUSEI STATALI

In occasione delle prossime festività di Pasqua e del Lunedì dell’Angelo i musei, le aree archeologiche e i luoghi della cultura statali resteranno aperti. Domenica 27 e lunedì 28 marzo i grandi musei statali rimarranno aperti, rispettando il normale piano tariffario. Una apertura straordinaria in tutta Italia dagli Scavi di Pompei alla Pinacoteca Brera, dal Castello di Miramare di Trieste al Museo Nazionale Archeologico di Napoli, da Paestum agli Uffizi, dal Foro Romano e Palatino al Cenacolo Vinciano, dalla Reggia di Caserta al Colosseo, dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma ai Musei Reali di Torino, dal Museo d’Arte Orientale di Venezia a Castel Sant’Angelo, dal Museo Egizio al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Per informazioni:
http://www.beniculturali.it/
mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti
/MibacUnif/
Comunicati/visualizza_
asset.html_1151786380.html

 




27/02/2016
La Misericordia Spettacolo teatrale di e con Lucilla Giagnoni

Lunedì 29 Febbraio 2016, h 21:00
Chiesa di San Graziano
Arona (NO), Italia

"Beati i Misericordiosi, perché riceveranno Misericordia"

A partire dalla Misericordia come virtù della reciprocità, l'interpretazione di Lucilla Gianoni ci guiderà in un percorso antropologico e spirituale: la beatitudine evangelica della Misericordia si erge a virtù morale e condivisa del vivere civile. La rappresentazione dell'incontro tra fede e dimensione civica nella vita di comunità prende forma sullo sfondo del Duomo e del Palazzo della Ragione, luogo d'intreccio tra l'autorità religiosa e il potere civile, per celebrare un valore condiviso, quello di Misericordia appunto, le cui radici affondano nella storia antica. A cura di: Vicariato dell’Aronese; Parrocchia di Arona; Associazione Partecipazione e Solidarietà.




25/02/2016
L’ENERGIA DEL FEMMINILE NEL BUDDHISMO TIBETANO

SABATO 5 MARZO 2016 - dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 16
CELSO - ISTITUTO DI STUDI ORIENTALI
Dipartimento Studi Asiatici
Archivio Arti Contemporanee
BSA Biblioteca di Studi Asiatici
Galleria Mazzini 7 – 16121 Genova - Italy

Il seminario "L'Energia del Femminile nel Buddhismo Tibetano" che si terrà sabato 5 marzo nelle fasce orarie 11-13 e 14-16, verterà sui temi Le forme del divino femminile, Le divinità ‘naturate di spazio’, Archetipo femminile e materno e Donne di illuminazione, e sarà a cura della Prof.ssa Carla Gianotti, tibetologa, docente di lingua e cultura tibetana, autrice di numerose pubblicazioni tra cui: "Donne di illuminazione: Dakini e demonesse”, Madri divine e maestre di Dharma" (Ubaldini),  “La vita di Milarepa” (UTET), prima versione italiana della vita di Milarepa condotta sull’originale tibetano,  “Il Grande Sigillo: la conoscenza originaria di Maha Mudra” (Mimesis), “Cenerentola nel paese delle nevi” (Utet). Il Seminario e' ad iscrizione.

Per informazioni:
tel [+39] 010586556
info@celso.org
www.celso.org




25/02/2016
Symbols

4 – 26 marzo 2016
Genova Palazzo Ducale - Fondazione per la cultura
Sala Dogana
Piazza Matteotti, 9
Genova, Italia

Inaugurazione venerdì 4 marzo, ore 18
Orario: mar-dom ore 15-20 Ingresso libero

16 incisori hanno riletto in chiave contemporanea i simboli dei monumenti funerari presenti in alcuni cimiteri monumentali europei e 10 tra musicisti e danzatori ne hanno tratto coreografie. Dopo le residenze d’artista di Avilés e di Dundee realizzate all’interno del progetto Symbols, una mostra evocativa nata dalle suggestioni dell’arte funeraria.

Per informazioni:
palazzoducale@palazzoducale.
genova.it
www.palazzoducale.genova.it



[ archivio NEWS ]


ABOUT  |  NEWSLETTER  |  ENGLISH  |  COLLABORA  |  RICERCA  |  CONTATTI
> APPROFONDIMENTI



17/07/2013
TARSHITO, GUERRIERO D’AMORE

Tarshito appartiene a quella genia di artisti che dalla fine degli anni Sessanta per tutti i Settanta e oltre sperimentano una nuova capacità di attraversare culture religioni luoghi “altri” cogliendone preziose eredità di pensiero saperi e tecniche da elaborare in formulazioni di viva attualità e persino proiettate verso il futuro. È un’apertura ad un’ampia geografia della cultura, distante dallo storicismo lineare dell’arte occidentale e orientata a recuperare l’artigianato e la manualità del fare che erano stati programmaticamente lasciati cadere sia dall’arte che dal design di quegli anni: vi convergono, con esiti diversi, le ricerche di Alighiero Boetti, Francesco Clemente, Luigi Ontani…
Architetto e designer, nato in Puglia, la regione più ad est d’Italia, diviso tra Bari e Milano e altri luoghi dove la sua amata attività d’insegnamento nelle Accademie di Belle Arti lo conduce, viaggiatore curioso e attento, Tarshito è, più che un nomade o un novello Odisseo, un abitante dei territori d’oriente. Il grande viaggio nel mondo orientale gli ha permesso di conoscere una mentalità che non cade nella trappola del nostro pensiero razionale. La sua India, il suo Nepal non sono quelli raggiungibili da un qualsiasi charter di turisti, non sono meta di vacanze, ma luoghi dello spirito, dell’immaginazione, della poesia. Qui si trasforma in “guerriero d’amore”. Qui nascono, sin dalla fine degli anni Settanta, le sue visioni estatiche.
Ma per Tarshito, uomo d’occidente attivo e determinato, la scoperta è sempre sottoposta all’esecuzione di un progetto, che a sua volta deriva dalla folgorazione della scoperta: si passa dall’istantaneità dell’illuminazione alla durata di una pratica realizzatrice che infine porta ai suoi straordinari dipinti, agli oggetti/simbolo e oggetti rituali creati in serie intitolate Vasi, Guerrieri d’amore, Animali sacri, Alberi, Strumenti musicali abitabili…
L’artista è una sorta di “intelligenza organizzativa” che progetta e poi delega l’esecuzione ad altri, socializzando il momento di produzione materiale dell’arte in un progetto generosamente collettivo. Tale socializzazione che prevede la condivisione dello spirito e del messaggio dell’opera, è una qualità specifica del lavoro di Tarshito, regista di un meccanismo che, come nel cinema, prevede la specializzazione, il montaggio, il gioco delle parti… Molte e felici le sue collaborazioni, sin dai tempi di Speciale fino ad oggi, con designer e artisti come Alessandro Mendini, Mario Merz, Nanda Vigo, Andrea Branzi, Riccardo Dalisi, Ugo Marano, Gianni Pettena…
Tarshito è ecumenico. La sua opera si allarga ad includere scoperte e incontri, pratica la condivisione e l’ascolto, persegue l’armonia. Nel suo lavoro progetta un mondo nuovo, una nuova umanità. 
Marina Pizzarelli
  

TESTO CRITICO

Il genio dell’anfora.
Dell’ospitale, del pensiero e dell’arte

“Se tu ignori chi sono, ti basterà sapere che contavo i giorni che mancavano al tuo arrivo” (E. Jabès). Non sapevo niente, in effetti, di Tarshito. Me lo sono trovato davanti, un bel giorno, e pochi minuti dopo ci trovavamo a disposizione molta memoria condivisa, nella quale affondare le mani, rimboccare le maniche, accendere l’immaginazione dei rispettivi impossibili, non ancora realizzati. Chi aveva contato i giorni, dei due? Non lo sapremo mai, forse. Non ci importerà molto, forse.

Della lunghissima memoria, in cui ci siamo trovati, vi potrei dire molto, invece. Ne parleremo un’altra volta, magari, se avrete abbastanza tempo. In questa cartolina postale che vi mando (with Tarshito) vorrei semplicemente dirvi dove si è aperta, quella memoria: come è affiorata, con quanta precisione ha aperto la porta e il pensiero (e quando accade una cosa del genere, si capisce che la porta e il pensiero sono un’unica identica cosa: abitare è pensare, e viceversa, dice il Filosofo). Avevo scelto, come tema del corso per il biennio di specializzazione in Accademia, questo argomento: “L’Ospite e il Perturbante”. Lo spunto mi è venuto dall’enfasi che le categorie dell’ospitalità hanno preso, nella congiuntura attuale; e dal ruolo cruciale che la stessa filosofia, oltre che il pensiero politico e sociale, assegnano alla costellazione dei significati associati all’ospitalità. E’ il sintomo di una necessità diventata vitale, ma certo anche di un problema divenuto inquietante. A ben vedere, le consuete categorie dell’identità e della differenza, del proprio e dell’alieno, dell’affine e dell’estraneo, si sono congelate su loro stesse. L’ossessione della demarcazione genera più smarrimento di quello al quale vorrebbe rimediare. Le categorie dell’ospitalità, così straordinariamente affascinanti, potenti e ambigue, hanno cercato di dare nome e pratica precisamente a ciò che non si lascia ridurre alla logica di questi opposti. In essi, infatti, senza l’enorme e infinito spazio intermedio dell’ospitale, dove si cerca relazione dei non affini, portandosi fuori dall’inghiottimento di ogni cosa nel Sé, come anche dalla sua espulsione nell’estraneità dell’Altro, finiremmo per non trovare niente. Che cosa, nella vita, è esclusivamente proprio? E che cosa, nell’umano, giudicheremo totalmente estraneo? Il bello della vita e dell’umano è nella porosità dei confini. Esperienza visceralmente emozionante, quella che ogni volta sfida il confine tra Sé e l’Altro. Almeno quanto appare un azzardo da brivido, sempre un po’ inquietante. Eppure, c’è un’altra emozione che ci tenga in vita, come questa? Esiste un azzardo necessario, come lo è questo?

Le pareti dell’anfora sono indispensabili alla forma del suo farsi abitazione e grembo. Ma è il vuoto che essa rende disponibile, il prodigio della sua dolce forza. Basta rovesciarla, e lo capisci. La sua forma rimane intatta. Eppure, la sua parte preziosa – l’apertura, il vuoto – una volta occlusa, rende la sua forma impenetrabile e ostile. Ottusa. La sua ospitalità è azzerata. La sua identità rimane difesa, ma vuota di senso. La sua differenza si tramuta in pura e semplice estraneità. Uno spazio abitabile, tumulato per sempre. E senza spazi abitabili, che rimangano sempre abbastanza vuoti da essere condivisi, anche il pensiero, che è azzardo della relazione, muore.

Le anfore di Tarshito non corrono questo pericolo. Anche quando non le vedi, esse hanno radici che le mantengono vive e vitali, archetipo del vivente-ospitale. Il loro cavo-grembo rimane aperto verso l’alto. Al tempo stesso, le radici le tengono ben salde alla terra, che nutre la loro corolla, la rende sempre più grande, maestosa, accogliente. Esse portano impressi, sulla superficie del loro corpo, i colori del mondo e i segni degli esseri viventi, felici di rispecchiarsi e di imprimersi su di esse, come un cartiglio prezioso degli elementi essenziali del cosmo, Quando sono nude, la loro pelle è morbida di essenze luminose, e splendente di oro fino. E accendono l’immaginazione di infiniti corpi-anfora, il cui vuoto prezioso è custodito come promessa di ospitalità. Dell’intera geografia della terra, si possono rivestire: e tu, con l’occhio e con la mano, accarezzi morbidamente tutti i confini, scoprendo che nessuno di essi oppone resistenza. Dei suoni dell’origine, possono vibrare: e tu puoi abitarli, come fossi nel luogo in cui, del mondo e dell’anima, fu inventata la voce e la consonanza. L’anima delle cose, del cosmo, degli esseri viventi, è custodita nel cavo ospitale e vivente di una penombra che non può mai essere totalmente rivelata, se non attraverso la disponibilità della sua accoglienza. E quando il corpo dell’uomo e della donna, guerriero d’amore e danza dello spirito, assumono l’archetipo dell’anfora – il luogo dell’ospitalità, che trova un punto d’incontro anche per gli opposti – si fanno segno perfetto e pienamente dischiuso.

Nessuna descrizione non poetica della realtà può essere completa (J. D. Barrow). Noi non abbiamo assistito alla creazione del mondo e nemmeno di noi stessi, dice il grande filosofo ebraico Emmanuel Lévinas. Ma noi stessi, e il mondo, assistiamo ogni giorno alla creazione, anche quando non ci pensiamo affatto e ci pare di non vedere niente. L’artista non aggiunge nulla a questo grandioso fenomeno: la nostra perfetta contemporaneità alla creazione del mondo, che abbiamo ricacciato – chissà perché – nella notte oscura dei tempi. Semplicemente, con un non so che, la mette in luce, colore, in musica. Ed è tutto quello che ci serve, per rispecchiare – come nel vuoto immateriale della corolla dell’anfora, rivolto verso l’alto – la memoria di un cielo ospitale del divino. E trarne la forza necessaria, per non abitare la terra invano.

Pierangelo Sequeri
Fonte: Catalogo Tarshito Le Culture Sacre dell'Arte
 

INTERVISTA
di Manuela De Leonardis

Roma 2006. La voce pacata di Tarshito risponde alle domande. Ogni tanto si infervora, salendo di tono, accompagnata dal movimento della testa riccioluta. Le parole trovano intensità nella gestualità. Nato a Corato (Bari) nel 1952 - il suo nome è Nicola Strippoli - ha studiato architettura a Firenze. All’indomani della laurea, nel 1979, un lungo viaggio in India lo illumina. “La felicità è un affiorare interiore; è un risveglio delle tue energie; è un risveglio della tua anima.”, ha detto Bhagwan Shree Rajneesh, ovvero Osho (1931-1990), il suo maestro spirituale.
Designer, arredatore, architetto, artista e da qualche anno docente di Design all’Accademia di Belle Arti di Roma, Tarshito sperimenta forme e materie: vasi, sculture, gioielli, terracotta, oro, cristallo, stoffa, carta, legno… trovando un perfetto equilibrio tra design e artigianato. “L’incontro tra la filosofia progettuale del design occidentale e i miti ispiratori dell’artigianato indiano ha prodotto risultati sorprendenti di grande varietà stilistica e materica,” - scrive di lui Pierre Restany - “testimoni dell’unione libera tra la simbologia rituale e la pratica funzionale del quotidiano.” Il legame con l’India, dove continua a tornare quasi ogni anno, è sempre molto forte. Una delle personali più importanti di Tarshito - The gold and the Clay - è stata quella al Crafts Museum di New Delhi, nel 2001. Nel corso del 2006 altri importanti appuntamenti: Jawahar Kala Kendra Museum di Jaipur in collaborazione con Raju e Mukesh Swami e Gallery Nature Morte di New Delhi, Offering: Recent works by Tarshito in collaboration with Mukesh and Raju Swami, Puspa Rao, Dastkar, and others…

Ti devo chiamare Nicola o Tarshito?
Tarshito é il nome che mi ha dato il mio maestro spirituale. In sanscrito vuol dire “sete di dio”. Osho mi ha detto di ricordarmi di avere sete del mio divino, di cercarlo, di incontralo con intensità, la stessa che dovessi provare se fossi bisognoso di bere in un deserto. Questo succedeva nel ’79, nel periodo del boom di questo maestro. Arrivai da lui casualmente. Lo stesso viaggio in India fu casuale, sarei potuto andare a New York come ad Istanbul, ma un’amica con cui viaggiavo aveva il trip dell’India ed io la seguii. Però una volta arrivato lì mi interessai al significato di meditazione. All’epoca si viaggiava via terra, con i famosi Magic Bus, e in ogni città c’erano dei riferimenti per i viaggiatori: ci si scambiavano informazioni. Chiedendo dove si poteva andare a meditare mi furono dati vari indirizzi, tra cui quello di Vrindavana dove è vissuto Krishna, dove rimasi alcuni giorni. Andai anche a Dharamsala dove c’era il Dalai Lama, finché non raggiunsi l’ashram di Bhagwan Shree Rajneesh a Poona, che mi piacque molto e dove mi fermai a lungo. In tutto rimasi in India sei mesi, esattamente i primi mesi dopo la laurea, quelli precedenti alla dimensione di lavoratore. Così il passaggio da studente a lavoratore l’ho avuto con il degree di architetto, ma con in più questa ondata di terapia da una parte e spiritualità dall’altra. Osho, infatti, usava la meditazione per decondizionare l’individuo e predisporlo verso un’apertura che permetteva di ricevere meglio il lavoro terapeutico.

Avevi già sentito parlare di Osho e del suo ashram?
Questo mio incontro con Osho è stato casuale, ma l’ho semplicemente riconosciuto come piacevole. Ci furono anche altre casualità. Quando ero studente a Firenze il professore con cui ho preparato la tesi di laurea, Gianni Pettena, un architetto famoso – l’“anarchitetto” dell’architettura radicale - mi invitò una domenica ad andare con lui a trovare Nicoletta Machiavelli. All’epoca questa donna poliedrica, attrice e artista, un misto di bellezza, trasgressione e cultura, discendente tra l’altro dalla famiglia a cui apparteneva Niccolò Machiavelli, era un mito per me. La avevo conosciuta a Firenze e la incontrai di nuovo a Poona. Queste ed altre casualità furono una vera accoglienza per me. La frequentazione, poi, dell’ashram e gli esercizi di meditazione, mi hanno dato un’apertura mentale. Ho sentito la mia parte divina della vita, una parte molto luminosa, che prima conoscevo molto poco. L’ho riconosciuta e sperimentata. Da allora, e sono passati ormai tanti anni, sono dentro a questo tipo di aria, di luce. Per tornare alla tua prima domanda, quindi, chiamami pure Tarshito, senza naturalmente togliere nulla a Nicola, che tra l’altro significa vittoria. A me è successo di avere l’esatta consapevolezza del mio nome con il secondo nome. L’ho vissuto come una rinascita.

Al ritorno da questo primo lungo viaggio in India che realtà hai trovato in Italia, ed in particolare in Puglia?
Fu molto stimolante, perché l’insegnamento era stato quello di guardare la bellezza ovunque nel mondo, sentendola dentro di noi. Così, all’epoca, cominciando a lavorare soprattutto nel design, cercavo di capire l’essenza di quegli oggetti che andavo a disegnare. Erano i primi anni Ottanta, é stato un grande successo. Lavoravo con Shama (Cinzia Tandoi), la donna con la quale ho condiviso quel periodo così intenso, che come me tentava di scoprire l’anima degli oggetti o, comunque, attraverso gli oggetti stessi tentava di ridare freschezza alla ritualità. All’epoca c’era una grande rivoluzione nel design. C’era il famoso gruppo Alchimia ideato già alla fine degli anni ’70 da Sandro e Adriana Guerriero, persone straordinarie e di grande intelletto che misero insieme tutti i più grandi pensatori del momento, tra cui il napoletano Riccardo Dalisi, il fiorentino Andrea Branzi. C’era, poi, il gruppo Memphis con Ettore Sottsass, e c’ero anche io, a Bari, insieme a Shama, con il gruppo Speciale, in cui abbiamo coinvolto artisti e designer come Andrea e Nicoletta Branzi, Mario Merz, Alessandro Mendini, Meret Oppenheim, Ugo Marano, Nanda Vigo, Gianni Pettena, Mimmo Paladino… Noi facevamo un tipo di rivoluzione diversa, più di contenuto che di estetica, di ricerca dell’anima dell’oggetto. Quegli anni, quindi, furono estremamente forti per me. Ed io venivo dall’India che mi aveva dato quella grande apertura di mettere meditazione e spiritualità insieme al design. Mi ha dato anche una grande notorietà. Tutto grazie a quei primi sei mesi in India.

Dopo quel primo viaggio hai deciso di tornare in India?
Sono tornato tantissime volte, almeno cinquanta, perché andavo a trovare Osho, prima che si trasferisse negli Stati Uniti. L’ultima volta è stato cinque o sei anni fa, quando lui era già morto. Mancavo da un po’, perché nel frattempo mi ero sposato ed erano nate le mie figlie, ma l’ashram non mi piacque. L’organizzazione era cambiata, quella volta davvero litigai con l’India! In quel viaggio, però avevo un appuntamento a Bombay, al Taj Mahal Hotel, con Daniela Bezzi, una giornalista italiana che viveva a Delhi. Daniela era passata per caso nel mio studio milanese innamorandosi dell’atmosfera che avevo creato lì, tanto da volermi conoscere. Così, mentre me ne stavo per andar via dall’India, dopo averci litigato, l’India mi ha rivoluto attraverso quella giornalista italiana che poi ha organizzato nel 2001 vari eventi, tra cui una mostra molto importante - The gold and the Clay - al Crafts Museum di New Delhi, il cui direttore Jyotindra Jain era letteralmente entusiasta della mia maniera di lavorare con gli artigiani.

Sia in Italia che in India, infatti, ti avvali di collaboratori che danno forma alle tue idee. Nel firmare i lavori usi sempre il termine inglese with, che vuol dire insieme. Tarshito with Puspa, o with Kamlesh and Umesh Ratna, con Tonino Usai o con Aldo e Lory…
Con la parola with esprimo la condivisione. E’ sentire il succo della vita. Anche quando realizzavo mobili ho sempre dichiarato con chi li facevo. Sono esperienze di vita che si fanno insieme. Quello che mi piace raccontare di un tavolo, ad esempio, è che deve ospitare momenti celebrativi della vita, per cui le gambe non finiscono al piano, ma sono magari gambe-radici che continuano oltre il piano ad inneggiare al divino. Spiego questi passaggi, questi significati al falegname che deve accarezzare il pezzo di legno per farlo diventare tavolo. Lui non deve solo agire con i suoi strumenti, deve quasi chiedere scusa al materiale legno, che un tempo è stato un albero, di questa trasformazione e dare anche una vita nuova a questo ex albero che si chiamerà tavolo e parteciperà alla vita di una persona, di una famiglia, diventandone amico. Il falegname, perciò, deve essere un tramite per dare una possibilità di nuova vita a quello che è stato l’albero che ha avuto la morte. Mi piace condividere questo concetto con il falegname, perché se riesco a dargli un po’ di calore in più, le sue mani sanno accarezzare con maggior consapevolezza il legno. Questo è meraviglioso sia per il falegname che per me ideatore, per l’oggetto in sé e per chi avrà l’oggetto. E’ il mio modo di lavorare, perché così mi torna questo amore che ho voglia di dare, a me stesso prima di tutto e alle persone che hanno quel tipo di dono.

Come avvengono gli incontri con questi artisti e da cosa capisci che può nascere un feeling? I tuoi biglietti da visita, ad esempio, sono firmati da Tarshito with Puspa…
In questo momento dipingo con le mani solo pot, vasi. Perché il vaso ricorda me stesso, l’umano. Sono vasi vuoti che si riempiono per ricevere la bellezza, la luce. Tu, io, la gente siamo dei vasi puliti, vuoti, arresi e silenziosi, aperti a ricevere. A volte condivido questa mia pittura che è anche un pensiero, un concetto così semplice, con artigiani, artisti di vari luoghi, come Puspa, my little sister, una giovane artista che ho conosciuto nell’Orissa, a Puri, dolce come lo sanno essere le donne indiane e allo stesso tempo determinata. Ero andato lì incuriosito da questa regione così diversa dal resto dell’India, molto colorata. Stavo per finire un giro fantastico tra le tribù e chiesi ad un mio amico di lì di farmi incontrare artisti conoscitori delle tradizioni locali. La prima persona che mi fece conoscere era un vecchio pittore di una tradizione molto specifica dell’Orissa, che si chiama Pata Chitra. Lui era molto bravo, ma non era un vaso vuoto, parlava molto di sé, eppure non c’era un dialogo tra noi. Poi mi portò un ragazzo molto giovane, ma anche molto spaventato. Infine mi fece conoscere questa giovane donna indiana, Puspa. Mi piacque il suo lavoro, ma anche la situazione in cui ci siamo incontrati. Ci ospitò nella casa semplice, ma piena di dignità, in cui vive con il papà, la mamma e i fratelli. Praticamente nel piccolo ingresso di casa, che é anche laboratorio e dove insegna pittura alle sue allieve. Le parlai di Guerriero d’amore, che ha come arma un fiore, e sentii il suo sguardo. Quando poi dissi “… il fiore che ha ognuno di noi… ” avvertii una vibrazione. Ma mi fermai lì, le chiesi però se potevo tornare l’indomani per farle vedere alcuni miei lavori. Sentivo che era la persona giusta. I miei lavori le sono piaciuti e abbiamo deciso di lavorare insieme. E’ stato un momento felice. Io avevo il mio tavolino, lei invece lavorava a terra, abbiamo mangiato insieme a terra. Momenti autentici, sinceri. Lo scambio è, come in questo caso, tra la mia idea e la tradizione. Non stravolgo la tradizione, faccio semplicemente piccoli spostamenti sulla tradizione. Mi piace molto allargare il campo di energie, perché è un nutrimento dell’uno con l’altro. In questo ultimo viaggio, poi, ho allargato ancora di più il rapporto con le altre persone. Ho dipinto cerchi - il cerchio è l’armonia - e vasi e sono andato alla ricerca di Holy Men, gli Uomini Santi, i Saggi, chiedendo loro la parola. Mostrando, cioè, i miei dipinti per avere da loro una scrittura, una parola, affinché le persone possano vedere il gesto e leggere qualcosa di straordinario che riempia il cuore e l’intelletto. L’incontro con questi uomini sacri è avvenuto nei templi o negli ashram. A volte sono stati incontri molto belli, uomini molto gentili, a volte invece non sentivo di continuare il lavoro.

In effetti in molti tuoi lavori sono presenti scritte di maestri spirituali come Osho, Omraam Mikhael Aivanhov…
Questo è un lavoro piuttosto recente. Sono andato alla ricerca di persone che hanno scritto con le proprie mani alcune frasi. Tu, invece, ti riferisce ad altri lavori in cui ho usato frasi di Aivanhov, Osho, Don Tonino Bello, un prete pugliese morto alcuni anni fa, un cattolico- guerriero, ed altri ancora. Persone come loro mi danno una gioia immensa, perché hanno un contatto con il divino molto diretto, per cui attraverso di loro mi disseto.

Parliamo, invece, della tua esperienza di docente di Design all’Accademia di Belle Arti…
E’ un’esperienza bellissima perché posso sperimentare insieme a tante altre persone, di media almeno sessanta l’anno, questa mia maniera di progettare senza sforzo, con la grande preparazione a sé stessi, all’apertura di sé attraverso la meditazione. Posso condividere il progettare come momento magico.

Trovi una risposta nei tuoi interlocutori?
Assolutamente sì. I giovani sono straordinari perché sentono la mia gioia e l’autenticità nel farlo, per cui nasce una grande fiducia. Sento che questi ragazzi vengono per imparare a fare l’artista. L’artista ha un dono che è quello di far materializzare le opere. Ma le opere nascono da un’idea. Quello che cerchiamo è la magia, il momento speciale in cui appare l’idea. Io insegno questo, ad avere la consapevolezza di essere delle stelle. Come esseri viventi siamo preziosi perché abbiamo la vita, così insegno loro come celebrare la vita. Insegno come guardarsi negli occhi, come toccarsi le mani, come salutarsi, come aprirsi e, attraverso questo, come far entrare il momento creativo. Per me è molto importante perché è come l’incontro con me stesso, perché se sono veramente totale in quel momento la mia parola arriverà non solo all’intelligenza, ma anche al cuore degli studenti. Questo lo sento nel momento in cui parlo, perché non posso essere meccanico, non vero, non reale, non totale. Altrimenti vedrei la noia e i ragazzi non verrebbero più a lezione. Tutto parte per me da un appuntamento di intensità con me stesso, in cui devo essere pieno di gioia, di luce, di amore.

Riesci sempre ad essere pieno di gioia, luce e amore con i tuoi allievi?
Non è una scommessa il riuscirci o meno. Soprattutto all’inizio non era facile, se mi sentivo giù come facevo ad essere totale e luminoso? Poi ho scoperto che se avevo una difficoltà lo dovevo comunicare, dovevo chiedere l’aiuto dei ragazzi. Dovevo dirgli che non potevo essere totale in quel momento, che potevo però sentire il loro aiuto, magari chiudendo gli occhi tutti insieme, toccandoci le mani e sentendo quell’energia forte. La verità cambia l’energia totale. La trappola è il potere di essere professore, di essere in ogni momento all’altezza della situazione. Non è così.

Alla pittura sei approdato recentemente, partendo dal design e dall’architettura. Trovo che ci sia una certa differenza stilistica tra gli oggetti di design, eclettici e alcune volte ridondanti, e questi lavori pittorici essenziali…
E’ un passaggio tra i vari passaggi, una curiosità di vita, è uno sperimentare le cose. Mi viene semplicemente così, non so dare una spiegazione intellettuale a riguardo. Per me è difficile vedere i miei oggetti ridondanti oppure no, perché alla fine appartengono tutti a me. Qualcuno dice anche che sono barocco. Io non sento la ridondanza, piuttosto la generosità. La generosità di un albero o di una pianta con i fiori. Anche i quadri, poi, non sono per niente semplici. Perché c’è il gesto fatto in meditazione. E’ una sorta di respiro. Lo faccio durante l’espirazione, pensando a cose meravigliose, connettendomi con l’universo. Poi c’è la scrittura. Anche queste pitture, insomma, sono piene di cose. L’immagine che ho di me è quella di un curioso che ora sta attraversando questo tipo di tecnica con molta gioia, ma a volte anche con esagerazione.

Non senti l’esigenza di avere uno stile che identifichi le tue opere?
Sicuramente opere che ho fatto in Tunisia con artigiani e artisti di lì sono molto diverse da altri lavori. Quello che li accomuna è questo passaggio che sento, che è la costruzione del mio tondo, della mia armonia. Quello che mi accomuna davanti ad un’opera, che sia pittura, scultura, design, architettura, insegnamento, parlare che è anche un’arte, e qualsiasi altra cosa è la preparazione. Ho aspettato il tuo arrivo come faccio con i miei studenti o l’artista con cui condivido un lavoro, oppure il mio cliente… Mi piace arrivare prima, aspettare e prepararmi, partendo da cose fisiche tipo il lavarmi… un segno di acqua, di purificazione. Immagino, infatti, che quest’acqua possa pulirmi dentro. Questo è il mio stile, l’apertura e la preparazione all’incontro. Poi il fatto di farmi penetrare dall’idea, dal momento, sia se sono in Tunisia, a Bari, in India, o con te a Roma - come adesso - non cambia molto. I miei lavori tunisini sono molto diversi da quelli indiani, e forse anche da quelli italiani, però quello che li accomuna è il fare l’opera per dedicarla di nuovo al divino. L’idea infatti arriva dal divino, mi attraversa, io la materializzo e poi la ridono, per cui questa ritualità accomuna tutte le cose, è un tentativo di cerchio. Mi piace molto che la mia opera fatta in Giappone sia diversa da quella fatta in Tunisia, mi piace poter attraversare questi doni che ha la gente. Le miniature, i Pata Chitra sono molto diversi dai tappeti tunisini. Essere eclettico in questo senso mi piace. Alla fine i miei concetti che porto avanti da sempre sono pochi, due e tre. Chi è veramente attento li sa cogliere.

Ci sono anche delle componenti culturali occidentali nel tuo lavoro?
Da una parte la religione, ti ho parlato di Don Tonino Bello con le sue frasi eccezionali di una grande cristianità, dall’altra la danza. Il gruppo del Living Theatre di Julian Beck e Judith Malina è stato molto importante per me. Facevano degli spettacoli straordinari all’esterno, in cui il pubblico si prendeva per mano… La verità, però, è che il vero essere intellettuale non è mai né orientale, né occidentale, è totale e spirituale. Io frequento l’oriente ma la mia intenzione, alla fine, rientra anche nell’occidente.

Come riesci a coniugare l’aspetto di artista, architetto, viaggiatore, docente… con gli affetti familiari?
Attraverso la famiglia, il matrimonio con Emma e le figlie Giulia e Maria Teresa, ho scoperto il significato dell’amore e dell’essere creativo. Il più grande gesto creativo, che allo stesso tempo è magico, è stato per me avere dei figli. Questo è un vero gesto d’amore, tutto il resto è una somiglianza. Prima pensavo di aver conosciuto l’amore, ma solo questo è il grande centro.

Fonte: Catalogo Tarshito Guerrieri d'Amore


Altri articoli pubblicati da ASC su Tarshito:
“Divine Allure, il profumo del divino' di TARSHITO http://www.artesacracontemporanea.it/blog/portale.php?act=archivio&id=2384&categ=&lingua=0&categ=0
Lettera Aperta... di Tarshito http://www.artesacracontemporanea.it/blog/portale.php?act=archivio&id=2199&categ=&lingua=0&categ=5
Tarshito - Meraviglioso creato http://www.artesacracontemporanea.it/blog/portale.php?act=archivio&id=2101&categ=&lingua=0&categ=0
Printemps des Poètes sul tema d’infinis paysages http://www.artesacracontemporanea.it/blog/portale.php?act=archivio&id=1944&categ=&lingua=0&categ=1
Incontro - dialogo con l’Artista Tarshito http://www.artesacracontemporanea.it/blog/portale.php?act=archivio&id=1473&categ=&lingua=0&categ=5
 

MOSTRE IN CORSO E PROSSIME MOSTRE

SPECIALE TARSHITO SALENTO
Dipinti, sculture, installazioni e happening.

Le opere dell' artista pugliese Tarshito tra Spiritualità, Creatività e Tradizione in 4 mostre, con tematiche diverse per i 4 diversi Comuni ospitanti, Poggiardo, Castro, Maglie, Nociglia, da luglio a settembre 2013, tutte nella bellissima terra del Salento, in Puglia.

Ogni mostra avrà il coinvolgimento attivo del pubblico che parteciperà a un happening in ogni paese ospitante.

Mostre a cura della prof.ssa Marina Pizzarelli
Coordinate e organizzate dall' associazione culturale "Salento Agorà" :


1- Titolo: VASI - L' ASCOLTO
Comune di Poggiardo - Palazzo della Cultura
inaugurazione sabato 13 luglio / 2 agosto 2013

La forma e il simbolo del vaso a ricordare la ricettività, l'ascolto.
Un grande vaso pieno di mani in ceramica, alto circa 3 metri, accoglierà i visitatori nell'atrio dell’antico palazzo, mani in festa, mani in celebrazione. Subito dopo la grande sala che mostrerà ulteriori vasi scultura in ceramica e dipinti sul tema.

"La persona che pratica l’ascolto profondo pratica la pace: apre la porta e fa entrare la comprensione, la pace e la riconciliazione nel nostro cuore, nelle nostre famiglie, nella società in cui viviamo......" Thich Nhat Hanh

2- Titolo: ALBERI - LE CREATURE
Comune di Castro - Sale del Vescovado e Castello Aragonese
inaugurazione sabato 3 agosto / 23 agosto 2013

L' albero simbolo di unione tra Materia e Spirito, creatura vivente.
La corteccia, abbraccio dell' albero e il caucciù, succo dell' albero stesso. La corteccia naturale a formare un grande vaso posto al centro della sala.
Un albero di cortecce di caucciù, realizzate da calchi delle cortecce naturali, i cui frutti sono vasi e campanelli.
Una scala di cortecce di caucciù poggiata sull' albero a ricordare la tradizione del lavoro nei campi. Installazioni di grandi quadri con cortecce di caucciù e naturali.

“Si ama ricevere ed offrire fiori, metterli in casa, piantarli in giardino, andare ad ammirarli nei parchi o in campagna; ci si meraviglia delle loro forme, dei loro colori, dei loro profumi. Prima di tutto, però, li si considera come ele-menti di decorazione che contribuiscono a ren-dere l'esistenza più piacevole; anche qui, dun-que, resta tutto superficiale e non si riceve molto dalla loro presenza. In realtà, i fiori sono degli esseri viventi con i quali si può entrare in rela-zione. Sì, un fiore non è soltanto una particella di materia colorata e profumata, è la dimora di un'entità che viene a parlarci della terra e del cielo. Se si sa come guardarlo, come legarsi ad esso, si entra in relazione con le forze della natu-ra, con le entità che lavorano per fare di quel fiore una presenza tanto vivificante e poetica.” Omraam Mikhaël Aïvanhov

3- Titolo: ANIMALI SACRI - IL RISPETTO
Comune di Maglie - Galleria Fondazione “Francesca Capece”
inaugurazione sabato 24 agosto / 13 settembre 2013

Valore, rispetto e amore per gli animali.
Animali dipinti su carta fatta a mano con il corpo che porta l' unità , una tigre scolpita in legno che nasce da una grande radice il cui corpo mostra nuovi continenti che non hanno le linee che dividono. Animali Sacri che portano un nuovo mondo unito, mischiato, senza frontiere. Tartarughe e elefanti le cui gambe diventano colonne per templi laici.

" ....la grandezza di una nazione si può valutare dal modo in cui tratta i suoi animali...." Gandhi

4- Titolo: GUERRIERI D' AMORE - LE QUALITA'
Comune di Nociglia – Palazzo Baronale
inaugurazione sabato 14 settembre / 29 settembre 2013

Ogni persona vivendo con consapevolezza le proprie qualità si arma di amore.
Dipinti e arte digitale a rappresentare, attraverso la body art, le trasformazioni in ognuno di noi. Le mani si trasformano in fiori affinché il tocco possa essere fragrante come un fiore. Una grande installazione, come una meravigliosa foresta Sundervan, di guerrieri che scandiscono lo spazio con il suono di gong.

" Ricevere e trasformare in fiori le parole e le azioni violente che ci vengono lanciate contro. Il potere della comprensione e della compassione ci dà la capacità di farlo. Tutti noi possiamo trasformare le frecce in fiori." Thich Nhat Hanh

Per informazioni:
Salento Agora: info@salentoagora.it
Speciale Tarshito: info@tarshito.com
 

EDICOLARARA Progetto Insight
8 giugno – 18 luglio 2013
Tarshito – “Beatitudine”

a cura di Maria Vinella
coordinamento di Paolo De Santoli
Terlizzi, Via de Cristoforis

Artista, architetto e designer, Tarshito sperimenta forme/figurazioni plurali per realizzare sculture, dipinti, oggetti, installazioni dedicati ad un concetto di arte intesa come comunicazione tra mentale e spirituale, tra pensiero e progetto, tra ideazione e meditazione. Con materiali naturali quali cristalli e pietre, metalli e legno, ceramica e tessuti, pigmenti pittorici e carta, l’artista realizza lavori in grado di coinvolgere l’osservatore non solo attraverso l’interpretazione cognitiva ma anche attraverso l’emozione sensoriale.
Suoni, profumi, colori, materie, elementi vegetali e minerali, rendono fortemente suggestive le opere che, nella fusione di immagine e parola, mettono in atto una filosofia dell’arte intesa come terapia di cura dell’Essere. Da anni, la ricerca dell’artista è legata al grande bisogno di creatività e spiritualità dell’uomo e della donna del mondo contemporaneo.
Nelle opere, difatti, ritroviamo il desiderio di armonizzare le energie del vivente con le forze dell’universo, le pratiche naturali e i processi ideativi, le potenzialità intellettive e le abilità sensoriali. Le operazioni artistiche di Tarshito - frequentemente realizzate con ottica interculturale in cooperazione con artisti-artigiani di tutto il mondo - sono evocatrici di magiche simbologie proprie di tradizioni e culture antiche, destinate all’incontro con i nostri sguardi e con le nostre menti.
Per l’artista, l’arte è innanzitutto un catalizzatore di energie, espansione creativa collettiva, operazione etico-estetica di condivisione, capace di sensibilizzare e invitare alla riflessione, all’impegno, alla responsabilità.
L’operazione “Beatitudine” è un intervento creativo di meditazione corale. E’ basata sulla collaborazione tra artista e visitatori, ai quali verrà donato un biglietto contenente una parola o frase sacra e una piccola candela. All’interno dello spazio dell’installazione, in un’atmosfera magico-sacrale, l’artista utilizzerà frasi e parole, luci di candela, suoni di singig bowls o gong, per realizzare il rituale della nascita della “Beatitudine”.

OSHO RAJNEESH, "IL LIBRO DELLE MEDITAZIONI"

“ … DEVI GUARDARE LA FIAMMA FINCHÉ GLI OCCHI NON INIZIANO A LACRIMARE.
DI FATTO LA TECNICA DELLA CONTEMPLAZIONE NON HA NIENTE A CHE VEDERE CON L'OGGETTO,
E’ IN RAPPORTO AL MODO IN CUI SI GUARDA.
PERCHE’ QUANDO GUARDI UNA COSA SENZA BATTERE LE CIGLIA,
TI CONCENTRI.
LA MENTE PER SUA NATURA SI SPOSTA DA UN OGGETTO ALL'ALTRO,
E’IN MOVIMENTO COSTANTE.
SE FISSI L'OSCURITÀ O UNA LUCE, SE FISSI VERAMENTE, I
L MOVIMENTO DELLA MENTE SI INTERROMPE .
L'IMPORTANTE E’ FERMARE COMPLETAMENTE LA MENTE TRAMITE LA CONTEMPLAZIONE,
METTERLA A FUOCO, COSI’ DA ARRESTARE IL MOVIMENTO INTERIORE, L'IRREQUIETEZZA.
TU GUARDI SEMPLICEMENTE, SENZA FARE NULLA.
QUESTA CONTEMPLAZIONE PROFONDA TI TRASFORMERÀ COMPLETAMENTE.
DIVENTERÀ UNA MEDITAZIONE.”


BIOGRAFIA

Nato a Corato (Bari) il 13 agosto 1952, si laurea nel 1979 alla Facoltà di Architettura di Firenze con una Tesi sul teatro di strada (relatore Gianni Pettena, esponente dell’Architettura radicale). Parte subito dopo per un viaggio in India, che rappresenta per lui una rinascita.

Nei primi anni ’80 fonda a Bari la Galleria Speciale, insieme a Shama, la sua compagna di allora, anche lei designer e artista. L’esperienza dura fino al 1987 coinvolgendo progettisti e artisti di fama (Alessandro Mendini, Mario Merz, Nanda Vigo) o anche ignoti, purché interessati all’esperienza/progettazione di momenti e oggetti di ‘nuova ritualità’. Esemplare in questo ambito la bella serie dei Tappeti e arazzi della meditazione.

Nel 1990 l’esperienza di Speciale viene documentata con una Grande Mostra al Groninger Museum della città di Groningen, in Olanda, conclusiva di un trilogia che il suo direttore Frans Hacks volle dedicare al design italiano degli anni Ottanta (uniche esperienze documentate nella stessa trilogia: quella di Ettore Sottsass ovvero Memphis e di Alessandro Mendini ovvero Alchimia).

Gli anni ’90 vedono Tarshito protagonista di mostre collettive e personali e sempre più creativamente impegnato sull’archetipo del Guerriero d’Amore.

Ma é soprattutto con la Grande personale The Gold and the Clay (2001) curata da Daniela Bezzi e da Jyotindra Jain al Crafts Museum di New Delhi, che il suo percorso artistico si espande e al tempo stesso si focalizza, nell’entusiasmante pratica di collaborazione con gli artigianati dell’India. Dalla terracotta al metallo, dalle pitture tribali della tradizione Warli oppure Sohrai ai ricami del Gujarath o del Rajasthan, dalle delicate miniature di Bikaner agli sgargianti dipinti devozionali dell’Orissa: la sete di sperimentazione in sempre nuove relazioni di ‘condivisione creativa’ non conosce sosta, mentre si fa strada il desiderio di dipingere in proprio, di provarsi con il segno del pennello sulla tela con gesto proprio.

Il risultato è l’infinita serie dei Vasi, grandi, enormi oppure piccoli, su carta, tessuto o in sculture di grandi dimensioni, che sono il più eloquente Manifesto della sua poetica: l’Opera di Tarshito si esprime nell’atto dell’accogliere e riempirsi, e quindi traboccare. Un travaso concettuale ed emotivo che avviane nella relazione con la forma/materia dell’artigiano, o guidando sedute particolarissime di meditazione, o progettando opere che possono considerarsi Monumenti a un tipo completamente nuovo e al tempo stesso antico e purissimo di Arte sacra: quella in cui l’artista si propone come umile canale di trasmissione, di una creatività che essendo già in sé stessa ‘dono’, potrà solo gioiosamente condividersi, anche autorialmente, con altri.

Restando però sempre e inconfondibilmente by Tarshito, per la leggerezza con cui tutto ciò si compia e celebra, ogni volta.

Selezione-MOSTRE PERSONALI

2012
“Shanti Dam- La Casa della Pace sarà abitata da guerrieri d’amore”, Sukiya, Lamezia Terme
progetto“DIVINE ALLURE Il profumo del divino– Opere di Tarshito 2012” a cura di Maurizio Corrado, (Catalogo)
“Il Mondo di Tarshito”, a cura di Attilio Zamarchi, Museo Brunori, Bertinoro (FC)
“Il Mantra Visibile”, a cura di Raimonda Z. Bongiovanni, Bongiovanni Gallerie, Bologna
“Guerrieri d'amore”, a cura di Olivia Toscani Rucellai e Mauro Lovi, Galleria OTTO luogo dell’arte, Firenze

2011
“The Circle of Making I - An Italian artist, Tarshito, in creative dialogue with India”, curata da Laila Tyabji, evento promosso dal Padiglione Italia nel mondo, Biennale di Venezia 2011, Istituto Italiano di Cultura, Delhi (India), (Catalogo)
“The Circle of Making II - An Italian artist, Tarshito, in creative dialogue with India”, curata da Amal Allana, evento promosso dal Padiglione Italia nel mondo, Biennale di Venezia 2011, Art Heritage Gallery e Shridharani Gallery, Delhi (India), (Catalogo)
“Meraviglioso Creato" a cura di Gianni Pettena, Sala Murat e Fortino S. Antonio Abate, Bari

2010
“Tarshito Ora”, a cura di Gigliola Fania, spazio Arteora, Foggia, (Catalogo)

2009
“Tarshito-Arte per la Nuova Umanità-Sztuka dla Nowej Ludzkosci ", Museo Nazionale di Stettino, Stettino (Polonia)
“Il vaso e la croce”, a cura di Andrea B. Del Guercio, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, Venezia
“The Vase and The Warriors of Love", Taj Bengal, Kolkata-India
“The Vase and The Lines", Bose Pacia Gallery, Kolkata-India
“Jugalbandhi Encounters in Creation", a cura di Daniela Bezzi, The Nehru Centre, Londra
“Le Culture Sacre dell’Arte" a cura di Andrea B. Del Guercio, Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, Chiostri di San Simpliciano, Milano, (Catalogo)

2008
“Le Culture Sacre dell’Arte", a cura di Andrea B. Del Guercio, Castello di Trani, Trani (Ba), (Catalogo)
“Artemare 2008_incontri di arte e cultura tra i due mari ", Museo Diocesano di Otranto, Otranto (Le) e Museo Diocesano di Gallipoli,Gallipoli (Le)
“Le Culture Sacre dell’Arte", a cura di Andrea B. Del Guercio, Ex-Chiesa di San Francesco, Como, (Catalogo)

2007
“Il mondo dei Guerrieri d’Amore", Artemisia Art Gallery, Monaco-Montecarlo
“Opere di Pace”, a cura di Maria Vinella, Galleria Provinciale di Arte Contemporanea-Palazzo Dogana, Foggia e Museo Archeologico Nazionale-Castello Svevo di Manfredonia, (Catalogo)
“Territori di contemplazione",Spazio Tashi Delek, Milano (Catalogo)
“Guerrieri d’Amore", a cura di Manuela De Leonardis, Galleria Sala 1, Roma (Catalogo)

2006
“Ferveur", a cura di Mohammed Messaoudi,Galleria Makhzen, Tunisi, (Tunisia)
“Abbracciando il mondo",a cura di Maria Paola Porcelli, Ex-Carcere, Corato, Bari , (Catalogo)
"Offering", a cura di Peter Nagy, Gallery Nature Morte, New Delhi, India
"Carezze with pennelli,gesti,occhi,respiro,parole", a cura di Maria Paola Porcelli, Sala Murat, Bari, (Catalogo)
"Sundervan", Artist’s Centre, Mumbay, India
“The Vase and Fish”, a cura di Peter Nagy, Jawahar Kala Khendra Museum, Jaipur, India

2005
"Celebration", a cura di Vito Intini, Biblioteca Comunale, Putignano (Ba), (Catalogo)

2002
"No Borders no Wars", Lokayata Art Gallery- Hauts Khas Village, New Delhi - India

2001
"Warriors of Love”, Morarka Centre for Crafts of the National Centre for the Performing Arts - Mumbai - India
"The Gold and the Clay", a cura di Daniela Bezzi e Jyotindra Jain, The Crafts Museum, Delhi – India, (Catalogo)

2000
"Blessing", Galleria Roberta Lietti Arte Contemporanea, Como

1998
"L'aura di Federico-Evocazione 07-02-1998", Cappella del Castello di Lagopesole, Potenza

1997
"Omaggio a Tarshito", a cura di Ester Milano, Expolevante, Fiera del Levante, Bari, (Catalogo)

1993
"Spiral Tree", Il Sentiero, Bari

1992
"Pietre di luce luci di candela", Galleria Omphalos, Terlizzi (BA)

1991
"Guerra d'amore", Oxido, Milano
"Catalizzatori del sacro", a cura di Roberta Lietti, Roberta Lietti Arte Contemporanea, Como

1990
"Una sola terra una sola umanità", a cura di Domenico D’Oria, Associazione culturale italo/francese, Bari
"Il mondo Speciale", a cura di Frans Hacks, Groninger Museum, Groningen, (Catalogo)

1989
"Incontri di musica sacra contemporanea", Cattedrale di Bari, Bari, (Catalogo)
"Architetture sonore", a cura di Domenico D’Oria, Istituto culturale italo/francese, Bari

1986
"Riti lontani della casa", a cura di Pierre Restany,Museo Alchimia, Milano, (Catalogo)
“Shama e Tarshito", Galerie Objecte, Munchen, (Catalogo)

1983
"Passare di notte velocemente", Studio Soligo, Roma


Immagine: Vaso di Tarshito 2007 inchiostro di china su carta fatta a mano cm. 95 x 60. L'opera è stata gentilmente donata dall'artista ad ACC Associazione Culturale Creativa per la raccolta fondi promossa in favore e a sostegno delle attività di ASC Arte Sacra Contemporanea mediante la lotteria a premi "Dona, Gioca, Colleziona Arte" che si è tenuta in primavera 2013. 



[ segue... ]




ARCHIVIO > APPROFONDIMENTI

10/10/2017
Filippo Rossi alla rassegna d'arte contemporanea Arte, Civiltà e Sacro per abitare la Terra


25/09/2017
Giovanni Morgese alla rassegna d'arte contemporanea Arte, Civiltà e Sacro per abitare la Terra


08/09/2017
Gabriele Di Maulo alla rassegna d'arte contemporanea Arte, Civiltà e Sacro per abitare la Terra


16/06/2016
DIALOGO NELLA COMUNITA un rinnovo della Modernità di Oscar Mauri


16/02/2016
WILLIAM XERRA - IO MENTO


22/01/2016
Paolo Scirpa. L'Artista calligrafo della luce elettrica.


05/11/2015
CARLO IACOMUCCI ALLA COLLETTIVA DI SANT’ORESTE CON L’OPERA “PAX E ARTE” di Tiberio Crivellaro


26/02/2015
Un segno di ecumenismo e di pace nel tabernacolo dello scultore Gabriele Di Maulo per la Chiesa “ SS. Pietro e Paolo” a Rovello Porro (Co)


10/12/2014
MOSTRA DI ARTISTI CONTEMPORANEI INSIEME PER IL FUNDRAISING 2014


04/11/2014
Marta Popescu Jianu - Pittrice di Icone


23/10/2014
Florine Offergelt - L'Arte di Florine


24/07/2014
Maria Bonaduce - Raccoglierò i frammenti sparsi dell'anima


17/04/2014
MAURO DE CARLI - OPERE GRAFICHE E PITTORICHE


28/02/2014
Spero... ergo sum! di Giuseppe Roda e Roberto Locatelli


29/01/2014
ALBERTO GIANFREDA - Scultura, Paesaggio, Architettura


14/12/2013
FLAVIO BARTOLOZZI - Un cammino artistico di Nonviolenza e Pace


06/12/2013
Strumenti e simboli dell'arte di Camilla Marinoni


21/11/2013
RINALDO INVERNIZZI - Paesaggi di Risurrezione


10/09/2013
NICOLA LIBERATORE il sacro, l’uomo, l’arte


05/09/2013
Ilaria Forlini. Ruggine: materia che genera se stessa.


23/08/2013
CARLO MARIA GIUDICI 1973 - 2013 Quarant'anni di vita artistica


12/08/2013
L'Arte Cristiana di GIOVANNI MORGESE


24/07/2013
I COLORI DEL SILENZIO - FILIPPO ROSSI


17/07/2013
TARSHITO, GUERRIERO D’AMORE


25/05/2013
CARLO IACOMUCCI - Interpretazioni chimeriche della realtà


30/04/2013
FEDERICO COZZUCOLI - LITURGIA DELLE OPERE


29/03/2013
BIOS VINCENT LA NUOVA DIMENSIONE DEL SURREALISMO


04/03/2013
Dona Gioca Colleziona Arte


16/02/2013
Enrico del Rosso Comunicazionismo


01/02/2013
LA VISIONE IRONICA DI VIERI PARENTI


18/01/2013
TEOLOGIA E POESIA VISIVA DI SILVIA VENUTI


03/01/2013
I RITRATTI SPIRITUALI DI CRISTINA OGNIBENE


05/12/2012
RENZO SCOPA. Nel segno del sacro. Fino al 6 gennaio in mostra ad Assisi


05/11/2012
Tibet. Tesori dal Tetto del Mondo


29/10/2012
Florens 2012 Biennale Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali


03/10/2012
Steve McCurry - Viaggio intorno all’Uomo


30/08/2012
L'UOMO, DA DIONISO A CRISTO


08/08/2012
DIVINA BELLEZZA


05/07/2012
Filippo Rossi pittore fiorentino


22/05/2012
IOTIAMO, Borgosesia fra arte e futuro


01/05/2012
La Toscana Contemporanea nel Segno della Pace. Le dodici Stazioni della Via Crucis nella Chiesa di San Paolo in Pistoia


02/04/2012
'Dio Padre, nostro contemporaneo'


27/03/2012
Pupazze di Bova. Manifestazione della tradizione culturale


24/02/2012
O si fa cultura o si muore!


02/02/2012
Natività ‘77 Per un nuovo impegno di Richard Mutt


17/12/2011
Le riflessioni... di Carlo Iacomucci


29/11/2011
Steve McCurry


04/11/2011
Lettera Aperta... di Tarshito


11/10/2011
Luce... di CLARA BRASCA


21/09/2011
IOTIAMO di Spanedda


06/08/2011
La bellezza è da salvare? Variazioni extra-canoniche su religione e arte


26/05/2011
IO TI AMO di Antonio Spanedda


05/05/2011
Il filosofo Salvatore Natoli presenta il Festival Biblico 2011


11/03/2011
Il corpo si fa assenza. Credo di un artista non-figurativo di Filippo Rossi


30/01/2011
Arte e Chiesa di Andrea Dall'Asta


17/12/2010
'Il gesto anti-gnostico' di Pierangelo Sequeri


02/12/2010
IL VALORE DELLA CULTURA


14/11/2010
L’arte sacra del nostro tempo - Giuseppe Betori


23/10/2010
PER UN MANIFESTO PROGRAMMATICO DELL’ARTE SACRA


24/08/2010
ASC Day 2010 a Rassa (VC) Valsesia


14/07/2010
ASC DAY 2010


16/06/2010
Incontro - dialogo con l’Artista Tarshito


14/06/2010
FESTIVAL INTERNAZIONALE DI VILLA ADRIANA - LAZIO


07/06/2010
India. I volti del sacro


04/06/2010
Astratto in chiesa: ma chi lo capisce?


07/05/2010
Le Avanguardie dell'Arte Sacra


29/04/2010
LE AVANGUARDIE DELL'ARTE SACRA




archivio: [ ARTE SACRA CONTEMPORANEA ] | [ EVENTI ] | [ VIDEO ] | [ APPROFONDIMENTI ]

 


comunicazionecreativa - all rights reserved - credits
ACC associazione culturale creativa (associazione di promozione sociale no-profit)
CF 94067500036

ASC VIDEO

clicca sulle immagini per vedere il video



VideoTop Paolo Simonotti presenta IOTIAMO 2045 Capsula del tempo di Antonio Spanedda



Incontro con William Xerra Accademia di Brera 1a parte



Incontro con William Xerra Accademia di Brera 2a parte



Incontro con William Xerra Accademia di Brera 3a parte



Incontro con William Xerra Accademia di Brera 4a parte



Presentazione mostra Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana



IOTIAMO Contemporary Art Project



ASSISI. JOVANOTTI CANTA “IL CANTICO DELLE CREATURE”



Revealing GOØD



NEOREALEASTER



Fe & Arte 2012 - Sequeri 1



Fe & Arte 2012 - Sequeri 2



Mostra di Artisti Contemporanei insieme per il Fund Raising 'Dona Gioca Colleziona Arte'



IOTIAMO. Una dichiarazione d'amore. Una mostra d'arte contemporanea



No Strangers



Mimmo Paladino, installazione in Piazza Santa Croce, Florens 2012



CONCEPTUAL ART 2012 - WELL DESERVING "Everyday"



Passio 2006-2010



Meet the Artist Jan 2012: Brandenburg Spring Choral Festival



Black Voices - Something Inside So Strong



Makoma - Moto Oyo



The Tree of Life Chapel - Braga, Portugal



Calligraphy : Julien Breton - Kaalam



The Art of Living Sri Sri Ravi Shankar



Terra Rut di Camilla Marinoni



Fuoco Mosè di Camilla Marinoni



Mina - Dalla Terra (Magnificat di Marco Frisina)



Ravi & Anoushka Shankar - Raga Anandi Kalyan



La Sapienza risplende. Madonne d'Abruzzo tra Medioevo e Rinascimento



ASC DAY 2010 Alta Valsesia VC Italia



ST STEPHEN,ST MARTIN-IN-THE FIELDS...



Mondo Vibrante



La DIVINA COMMEDIA



DALAI LAMA - I 18 PRINCIPI FONDAMENTALI - (The Dalai Lama's instruction on Life)



Intervista Don S. Barbaglia, A.B. Del Guercio



INNO AL BEATO GIOVANNI PAOLO II di mons. Marco Frisina



L'armonia della Vita di Terzani



IO TI AMO by Antonio Spanedda



Divine Comedy Divina commedia inferno 1° canto



Uomini di Dio di Xavier Beauvois



Affezione di Mons. Pierangelo Sequeri



Madre Teresa. Una bambina di nome Gonxhe



Eremo outing di Paola Lotti



O Tannenbaum (Oh, Christmas Tree) (Vince Guaraldi)



I am Jesus



Passione secondo Luca: ANTEPRIMA



The White Light Festival



ČIURLIONIS: Un viaggio esoterico 1875 – 1911



Waldemar Januszczak on Raphael



Homage to Muslim Art depicting Muhammad



Dentro l'Ultima Cena: Il tredicesimo testimone



Biennale delle chiese laiche 2010 Design



Vision by Margarethe von Trotta www.zeitgeistfilms.com



KEMO'-VAD, DANZARE NEL VENTO



Le reliquie del Buddha all'Accademia di Brera



Insieme a Don Tonino Bello...



Flare II - A Conversation with Antony Gormley



Jeremy Rifkin, 'La civiltà dell'empatia'



Sacred Music Colloquium (CMAA)



Da pellegrini sui Sacri Monti


Segnala i video da pubblicare a: asc@artesacracontemporanea.it




http://www.spanedda.it

Antonio Spanedda

http://www.stefanopizzi.com

Stefano Pizzi

http://www.priod.it

Roberto Priod

http://www.xerra.it

William Xerra

http://www.wedocare.eu/it

Associazione WeDoCARE

http://www.nizzoliarchitettura.com

Nizzoli Architettura

http://www.gabrielemandel.net

Gabriele Mandel

http://www.tarshito.com

'Tarshito' Nicola Strippoli

http://www.liceoartisticomonza.net/sito2011/progetti/pras/

POLO DI RICERCA ARTE SACRA CONTEMPORANEA

http://www.beniculturali.it

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

http://www.udinecultura.it/opencms/opencms/release/ComuneUdine/cittavicina/cultura/it

Udine città del Tiepolo

http://www.passionedicristo.org

LA PASSIONE DI SORDEVOLO

http://federicocozzucoli.net/

Federico Cozzucoli

http://www.paoloscirpa.it

Paolo Scirpa

http://www.cittadellarte.it

Michelangelo Pistoletto

http://www.associazioneculturalecreativa.it

ACC